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Descrizione

Distanza da Pavia 45 Km.
da Voghera 12 Km. 
Il nome ci riporta ai tempi prelatini, di cui fonti accreditate e ritrovamenti archeologici confermano del popolamento da parte dei liguri di tutta la valle Staffora; il suffisso" asco", infatti, è comunemente ritenuto di origine ligure.
La posizione dell' abitato, situato sulla "Via del Sale" che collegava la Liguria e la Lombardia favorendone gli scambi commerciali, è un’ulteriore conferma dell’antico legame con le popolazioni liguri.
Il più antico documento che ricorda Godiasco Salice Terme è un diploma del 1164 dell'imperatore Federico I col quale investiva della terra di Godiasco Salice Terme il marchese Obizzo Malaspina e, salvo qualche breve interruzione, questa signoria su Godiasco Salice Terme è durata fino al 1753 con Giuseppe Antonio Malaspina. Nel castello, ora quasi del tutto scomparso, venne ospitato nel 1512 il cardinale Giovanni De' Medici che fu poi papa Leone X quando, fuggito da Ravenna, venne fatto prigioniero dai francesi e liberato nel traghettare il Po tra Cairo e Pieve del Cairo da Rinaldo Zozzo e da Ottaviano Isimbardi il 7 luglio dello stesso anno; Barnabò Malaspina allora signore di Godiasco che aveva favorito la fuga e ospitato il cardinale De' Medici, fu, per ordine del duca di Milano Massimiliano Sforza, tradotto in Voghera la vigilia di S. Matteo e pubblicamente squartato vivo. Anche il cardinale Alberoni fuggito dalla Spagna nel dicembre del 1719 e costretto a nascondersi, trovò rifugio nel castello di Godiasco Salice Terme dimorandovi protetto finchè potè raggiungere la nativa Piacenza.

Da vedere

In via del Castello sono visibili resti di una torre costruita in pietra e ciottoli di fiume, che reca una fascia in mattoni a vista, utilizzata come decorazione. La costruzione, attualmente adibita ad abitazione, con ogni probabilità faceva parte della cinta difensiva del feudo. Un'altra torre circolare, in via della Cerchia, costituisce l'elemento superstite delle antiche mura risalenti al XIII secolo.

Palazzo Malaspina

Si suppone che il sia stato edificato sulle vestigia di una rocca preesistente. L’edificio, unica costruzione di rappresentanza che prospetta la piazza in cui sorge anche l’antica chiesa, è intonacato a calce ad esclusione del portale in arenaria, sorretto da due cariatidi, ormai trasformate dal tempo. All'interno un piccolo androne immette nel cortile porticato in cui si trova un pozzo In pietra con sovrastante decorazione statuaria risalente al XVI secolo.

La Chiesa Parrocchiale di San Siro è stata edificata con mattoni a vista secondo i canoni del primo Novecento, in cui gli artisti si rifacevano agli stili che più prediligevano. La struttura è tardo gotica con alte colonne a croce latina che reggono volte a crociera puntiformi. Interessanti sono le vetrate colorate piombate, raffiguranti Santi, Cristo vittorioso, la Vergine Maria e, in particolare, un Cavaliere che si inchina porgendo il modellino della chiesa. Di pregevole fattura sono le opere in legno scolpito, che riprendono l'attività artigianale del luogo: una Via Crucis ed un pulpito che avvolge una delle colonne a sinistra dell'altare.

Particolarità

L’assetto medievale di Godiasco Salice Terme è leggibile nel nome delle vie che corrispondono alle antiche corporazioni di arti e mestieri: via dei fabbri, via dei fornai, via dei conciatori, via dei boscaioli, via del mulino.

Lo Staffora

Dall’alto la valle dello Staffora è verde e profonda: l’Appennino Pavese si allunga verso la pianura seguendo il corso ripido del torrente, pendici scoscese di boschi di querce e faggi, con una natura incontaminata e rigogliosa - integra e ancora selvaggia come dimostrano i lupi, tornati recentemente ad abitare queste colline.
Lo Staffora nasce quasi a 1500 metri sul Monte Chiappo nel comune di Santa Margherita Staffora: pur quasi in cima all’appennino lombardo, a pochi chilometri dal Mare Ligure, lo Staffora scende verso la Pianura Padana - incrociando il Nizza e l’Ardivestra, i due suoi affluenti maggiori che titolano altre due importanti, quanto affascinanti, valli dell’Oltrepo Pavese - fino a gettarsi nel Po.
Le sue acque che da secoli scavano questo territorio, definendone la morfologia, segnavano l’antico percorso per coloro che da Milano, passando per l’antico borgo di Varzi, si dirigevano per i loro commerci a Genova: quella strada conosciuta come Via del Sale, sede di traffici e scambi, oggi è ancora una delle arterie principali dell’Oltrepo Pavese. E’ lungo lo Staffora che sorgono i due stabilimenti termali più importanti della provincia, quelli di Salice Terme e d Rivanazzano, e alcuni dei borghi più interessanti di questo territorio: il già citato Varzi, ma anche Godiasco Salice Terme e Ponte Nizza…
La Valle Staffora si presenta al visitatore come un luogo affascinante, fuori dal tempo: un luogo dove l’uomo ha imparato a non disturbare la natura; un luogo che accoglie il turista offrendo cultura e relax a pochi chilometri da grandi città come Genova e Milano. 

La collina

Le colline di Godiasco Salice Terme rappresentano i primi contrafforti dell'Appennino, la catena che, all'osservazione, si distende all'orizzonte da Nord verso Sud, risalendo la valle Staffora.
Il torrente Staffora corre da Sud verso Nord e l'orientamento della valle contribuisce in modo determinante al microclima secco e temperato che pervade la località; in tutta l'area si respira una atmosfera particolare, in speciale modo nel periodo estivo, la ventilazione è piacevole e gratificante, sia per i residenti, sia per i tanti visitatori e frequentatori degli stabilimenti termali.
A giustificazione del sussistere di un particolare ambiente climatico, sulle frazioni collinari di Casa Bedaglia, S.Giovanni, Piumesana, Gomo, Sala, Casa Mori è possibile assistere, durante il susseguirsi delle stagioni, a precoci fioriture primaverili come anche a tarde quiescenze invernali; questo, insieme alle acque minerali particolarmente pregiate e all'ospitalità tradizionale dei lombardi dell'Oltrepò è quanto di meglio può offrire la nostra località.
Le colline di Godiasco Salice Terme rappresentano i primi contrafforti dell'Appennino che si staglia all'orizzonte osservandolo da Nord verso Sud, risalendo la valle Staffora.




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